“…lo spazio di assenza si traduce nell’assenza di tempo, la tensione a saldare la frattura insanabile tra io e mondo corrisponde allo sforzo di superare la mancanza di sviluppo temporale della pittura. Il segno è aleatorio, i colori impastati, stirati, sgranati. Il soggetto vi appare spesso solo accennato, come in filigrana, paesaggi inattesi spuntano nelle concrezioni occasionali, nelle pieghe delle pennellate. Va in scena l’eterna tragedia della bidimensionalità: sovrapposizioni, stratificazioni, ritagli, scontornamenti del supporto, interventi materici, collage, commistioni nel tentativo di superarla per escrescenza. E poi in direzione contraria il lavoro a togliere: liquefazioni, rarefazioni, trasparenze, gestualità minimali alla ricerca della penetrazione, dell’attraversamento.”
Fernando Marchiori (da Antonio Panzuto – Catalogo dell’esposizione 2016 Pitture Sculture Scenografie)
“Echi delle avanguardie storiche – dal Dada al Surrealismo – e suggestioni più recenti – dall’arte cinetica a quella povera, dal Macchinismo di Bruno Munari al combine painting di Robert Rauschenberg – compongono un linguaggio a un tempo aereo e materico, che affonda le radici nell’immaginario infantile per poi strutturarsi secondo una tensione etica nutrita di slanci epici […] nelle sue pitture, nei suoi paesaggi astratti, assemblati e combinati con tavole, oggetti, manifesti strappati, dipinti a pennellate larghe ed incostanti. “
Andrea Nanni (da Antonio Panzuto – artista in scena – Titivillus Edizioni 2003)