2020 Jezabel - Foto di scena 1

JEZABEL

Dal romanzo di Iréne Nèmirovsky

adattamento  Francesco Niccolini
regia Paolo Valerio
con Elena Ghiaurov
e con Roberto Petruzzelli, Leonardo De Colle, Francesca Botti,
Sara Drago, Giulia Odetto, Jozef Gjura,
al piano Sabrina Reale
movimenti di scena Monica Codena
scene Antonio Panzuto
costumi Luigi Perego
consulenza luci Luigi Saccomandi
musiche Antonio Di Pofi

debutto Teatro Comunale di Cormons, 31 gennaio 2020
una coproduzione Teatro Stabile Verona e Teatro Stabile della Città di Napoli – Teatro Nazionale

 

JEZABEL, spettacolo tratto dal romanzo omonimo del 1936 della scrittrice ucraina Irène Némirovsky (1903-1942) morta nel campo di concentramento di Auschwitz. Ne è protagonista Elena Ghiaurov con la regia di Paolo Valerio. L’adattamento del testo è di Francesco Niccolini. La produzione è del Teatro Stabile di Verona e del Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale.

La vicenda inizia nell’aula di tribunale in cui Gladys, la protagonista, è sul banco degli imputati accusata dell’omicidio del suo giovane amante ventenne. Viene cosi ripercorsa la storia tormentata e romantica della vita di una donna bellissima che cerca a tutti i costi di nascondere la verità sull’accaduto.
«Allontaniamo subito un legittimo dubbio: se qualcuno pensa – sottolinea Francesco Niccolini – che Irène Némirovsky abbia scritto un romanzo contro una donna, sta prendendo un clamoroso abbaglio. Il suo è un processo a una società, a una classe sociale e a un’epoca ormai al tramonto. Peggio: in decomposizione. Lo fa con lucidità e determinazione, senza sconti eppure con un eccezionale mix di sorprendente lucidità e laicissima compassione. Questa è la forza magnifica, visionaria e profetica di Jezabel. Il teatro può rendere un importante servizio a questa grande scrittrice russo-ebrea, fuggita da Mosca a Parigi dopo la Rivoluzione d’ottobre e morta ad Auschwitz.
Perché, quanto il romanzo è impregnato di un cupo realismo, tanto lo spettacolo permette di spostare il tiro sugli aspetti più intimi, sensuali e introspettivi di questa vicenda. Questo grazie a una delle sue componenti fondamentali: il ballo. Jezabel, da quando diciottenne appare per la prima volta a una festa danzante, fino all’epilogo (quando di anni ne ha sessanta), non smette mai di ballare.
Sudamericana, bella, attraente, è dotata di una misteriosa capacità di non invecchiare. Adorata da ogni uomo, corteggiatissima, Jezabel non può non sedurre. Elegante, ricchissima, mai volgare, naturalmente generosa, è devastata da una catastrofe interiore: è ossessionata dall’invecchiare. Questo incubo la divora e – conclude Niccolini – trasforma ogni attimo di felicità in rimpianto e la gioia dell’attimo in terrore verso il futuro, per la paura di non essere più amata né corteggiata».


BOZZETTI


MODELLINO


FOTO DI SCENA