Antonio Panzuto - Il Monaco Nero

APPUNTI DI SCENOGRAFIA

La scena si traduce in un luogo astratto ma fortemente espressivo. Pochi oggetti segneranno la differenziazione dei luoghi e degli spazi mentre un fondale trasformerà la scena perché invaso da una sequenza di immagini e dipinti che si costruiscono e dissolvono, seguendo lo spirito della musica. Alberi essenziali decoreranno l’ambiente per i luoghi esterni mentre oggetti semplici minimali e poco decorativi, segneranno gli interni.
Lo spazio di suggestione sarà invece segnato dal forte impatto visivo dell’opera video che seguirà la musica nella sua composizione drammatica.

Il video che alleghiamo, a suggerimento del lavoro conclusivo, è un appunto sulle possibili linee di lavoro della scena: tutto appartiene al senso onirico del testo ed alla sua trasfigurazione che non vuole assolutamente illustrare ma seguire su altri binari visivi, il “fiume interiore” che pervade il protagonista. L’acqua contiene immagini e ricordi, desideri e vocazioni, drammi e geometrie del pensiero di Kovrin, il protagonista.

Antonio Panzuto



APPUNTI DI REGIA

Il velo sottile che separa genialità e follia.

Questo progetto di regia, dedicato alla messa in scena de Il monaco nero, racconto di Anton Cechov del 1894, vuole interpretare l’anima fragile e sorprendente del personaggio di Andrej Vasil’ič Kovrin e della sua storia.
Un uomo segnato da un’ inquietudine che rappresenta simbolicamente il ‘900 dell’arte, in bilico tra il desiderio di una vita perfetta, e la tensione irresistibile verso l’ infinito.
Le azioni sceniche accompagneranno i cantanti-personaggi nel vortice, nella discesa della narrazione, alternando, come nell’ esistenza, i momenti sublimi e felici, alle disperazioni cupe e solitarie.
Il monaco nero, specchio dell’anormalità e del divino, scandirà questa incapacità all’eterno.
E nella morte felice questa storia troverà , nel nostro lavoro, che sarà personale ed universale allo stesso tempo, il senso della vita dedicata all’ arte.
L’ orchestra avrà come luogo magico di interpretazione il centro del palcoscenico, dietro ad un tulle su cui verranno proiettate immagini ad enfatizzare espressioni ed emozioni dei personaggi, e che talvolta verrà alzato per una maggiore presenza dell’orchestra. I cantanti-personaggi si muoveranno davanti e dietro al tulle, come se fossero due piani diversi della realtà.
Il progetto di regia vuole semplicemente essere al servizio di questo testo perfetto, attraverso la musica e la poesia del libretto.

“Sei al servizio della verità eterna. I tuoi pensieri, le tue intenzioni, i tuoi studi, porteranno un’ impronta celeste”

Paolo Valerio